"SUL SET"
L'incontro tra due luoghi e due diverse Culture.
A prima vista, la scena poteva benissimo apparire come quella, normale, di un giorno qualsiasi nella Valle dei Templi di Agrigento: qualche turista con lo zainetto sulla schiena a passeggio sulla Via Sacra, tra le rovine della zona archeologica e due coppie di giovani immersi nella contemplazione dell'incantevole bellezza del Tempio greco della Concordia, con i loro sguardi che spaziavano all'orizzonte verso il mare "africano". Poi la voce del regista de "I Salmoni del San Lorenzo" che irrompe con violenza sul set, quasi a spezzare l'incantesimo e la magica atmosfera che si stava creando riportando tutti dalla finzione alla realtà. Per chi non lo sapesse, nella lingua ungherese il termine "Jo jo" è, più o meno, l'equivalente del nostro "molto bene"; un termine che durante la location agrigentina il regista Andras Ferenc ha usato molte volte e, ogni qualvolta, forse per sottolineare la propria soddisfazione, sempre strofinandosi contemporaneamente le mani. Anche in quella occasione, sotto il sole autunnale di mezzogiorno, Ferenc ripeté quell'esclamazione ungherese cercando con gli occhi , tra la folla di tecnici, maestranze e curiosi che avevano appena assistito alle riprese, quelli dello scrittore Enzo Lauretta, autore del romanzo omonimo e sceneggiatore, insieme a Stefano Milioto, del film, per accertarsi di essere in sintonia con lui. Si era finito di girare la scena numero 51, quella in cui Paolo, l'avvocato agrigentino interpretato da Antonio Maria Magro, domanda a Violette, l'ebrea errante Gregor Bernadett, conosciuta durante la vacanza a Budapest: " Riusciresti a vivere qui? ". Una scena importantissima per il costrutto narrativo del film e per la quale erano state, nei giorni precedenti, intavolate numerose discussioni tra Enzo Lauretta, il regista Ferenc e le due delegate di produzione, Szilvia Garami della KFT Cinema Film di Budapest e Carla Finelli della GPA di Bologna. Quella scena-madre che tanto aveva tenuto in ansia Lauretta, era stata scritta e riscritta; modificata in alcune parti del dialogo e, forse, data l'importanza, lasciata appositamente per ultima nel Piano di Lavorazione. Appena qualche giorno prima l'intera troupe si trovava ancora totalmente immersa nelle magiche atmosfere magiare, dove tra la vecchia città e gli scenari suggestivi e quasi irreali del lago Balaton, era stata girata buona parte del film. Poche ore dall'arrivo nella Città dei Templi, Ferenc non aveva esitato minimamente nel presentarsi alla Stampa e agli agrigentini come "uomo del Sud", raccontando con dovizia di particolari ciò che si era già realizzato in Ungheria, soprattutto a proposito dell'intento di valorizzare, nel contesto di quella tenera storia d'amore tra Paolo e Violette, il patrimonio artistico e i grandi beni monumentali di quella Terra. Adesso, ad Agrigento, si trattava di entrare in un nuovo contesto narrativo; in un nuovo paesaggio e in una nuova realtà totalmente differente da quella precedente, anch'essa particolarmente ricca di storia e monumenti da valorizzare e trovare, infine, la chiave giusta di svolta per la narrazione filmica. Inoltre c'erano ancora problemi da risolvere, prima tra tutti quello di individuare la ragazzina giusta per farle interpretare la parte di Flora, la figlia di Paolo rimasta orfana della mamma. E i timori, per Regista e Produzione, erano più che fondati: per settimane erano state visionate le immagini di molte ragazzine dai tratti mediterranei ma nessuna sembrava adatta a quel particolare ruolo. Poi finalmente un pomeriggio, durante il casting, dopo settimane e settimane di martellanti spot televisivi alla ricerca di una bambina dall'apparente età di dodici, tredici anni, in grado di nuotare in piscina e possibilmente già con precedenti esperienze di drammatizzazione, era stata trovata la persona giusta. Niente fino a quel momento aveva fatto intendere che da lì a poco, quasi a sorpresa, una delle ultime candidate avrebbe fatto centro. Quando venne il turno di Zahira Lo Curto, studentessa dodicenne già con atteggiamenti da divetta, apparve improvvisamente in sala regia anche Enzo Lauretta che fino a quel momento si era tenuto lontano, forse per non influenzare una scelta che sarebbe stata determinante per la prosecuzione del film. Nell'oscurità gli occhi dell'autore de "I Salmoni..." brillarono soddisfatti vedendo Zahira, attraverso il monitor, recitare al naturale la sua parte, imbeccata da sotto le telecamere da Antonio Maria Magro, anch'egli finalmente convinto che quella era la giusta candidata al ruolo di Flora. - Abbiamo trovato la persona giusta - andava dicendo Enzo Lauretta che sentiva quella creatura anche un po' figlia sua: lo scrittore non staccò più gli occhi dal monitor fin tanto che, terminato il provino, gli fu possibile entrare in studio per conoscere e complimentarsi direttamente con la "sua" Flora. Sono stati giorni veramente intensi, quelli della location agrigentina de " I Salmoni...", caratterizzati dal perenne sguardo triste e profondo di Violette-Gregor, che si aggirava quasi intimidita sul set, e dalla costante presenza di Antonio Maria, che colpiva per il suo profilo spagnolo e i suoi foulards al collo oltre che per i suoi capelli, lunghi oltre misura e nerissimi. E' stato un impegno professionale molto generoso, quello di Antonio Maria, che, data la sua esperienza, si è attivato per meglio preparare nella parte quella ragazzina agrigentina al suo debutto sul grande schermo e la zia Valeria, altro personaggio, interpretata da Alessandra Meloni, ex miss Italia con un sogno nel cassetto, quello di fare Cinema d'Autore e, anche lei, per la prima volta sul set. Lunghe ore per provare le battute, nelle pause tra un ciak e l'altro, mentre negli uffici della produzione Andras Ferenc, stupito più che colpito, dalle incommensurabili bellezze della millenaria Valle dei Templi, s'impegnava in una serie di interminabili discussioni con gli sceneggiatori sull'opportunità o meno di modificare ancora qualche scena, di cambiare qualche dialogo o d'inserire nuove angolazioni. Qualcuno sostiene che per far uscire dal bozzolo una storia, un libro o un film, si debba sempre fare una gran fatica e per gli autori questo è un po' come rinascere: lo si fa, forse, con lo stesso dolore e la stessa intensità che si impiega per venire al mondo; semplicemente per vocazione; per la voglia di raccontare una storia, una bella storia d'amore quale quella de " I Salmoni del San Lorenzo". In quei giorni la troupe era ancora del tutto, o quasi, immersa nel contesto precedente della storia, quello ungherese, quando, all'improvviso, avvenne una sorta di esplosione: si è trattato dell'incontro particolarmente intenso tra la cultura e la storia di questi due Paesi; l'incontro di due differenti luoghi, che ha finito per generare inevitabilmente quel pathos indispensabile per imprimere la svolta narrativa e culturale nella lavorazione cinematografica. Giorni e giorni trascorsi tra il centro storico e la Valle a "girare" alcune delle scene più delicate del film, quasi con la preoccupazione (forse) da parte della produzione ungherese di dover cedere il passo, almeno in questa parte della pellicola, alle bellezze paesaggistiche e monumentali di questi luoghi della Sicilia. Del "girato" in Ungheria si sono anche potute vedere, in anteprima, alcune scene, durante i tre giorni del convegno nel corso del quale alcuni studiosi delle Università italiane hanno ripercorso il sottile rapporto tra letteratura e cinema nei libri dello scrittore Enzo Lauretta e in particolare nel romanzo " I Salmoni del San Lorenzo ". Pur essendo immagini "sporche" ( così come vengono definite le immagini non ancora montate ), le prima scene visionate sono state di grande effetto nonostante la preoccupazione di Ferenc per la scarsa qualità e la nitidezza di quelle immagini. Si trattava infatti, giustamente, delle prime immagini, girate su pellicola e successivamente riversate su nastro magnetico con probabile perdita di qualità, contrasto e tonalità nei colori. Ma, ad onor del vero, il risultato è stato comunque più che apprezzabile. A commentare quelle imagini dell'anteprima non è stato, così come forse molti si aspettavano, il regista, ma direttamente l'autore del romanzo Enzo Lauretta che, con grande passione, ha saputo anticipare le sensazioni e le atmosfere che il pubblico sicuramente apprezzerà visionando la pellicola prossimamente al cinema. In quel momento si è capito come, regista e autore de " I Salmoni del San Lorenzo " fossero veramente la stessa cosa, la stessa persona, uniti e votati, come non mai, nella realizzazione di quella splendida storia piena di atmosfere e di suggestioni grazie anche alla magistrale Fotografia dell'ungherese Pap Ferenc. Della straordinarietà e particolarità di quei giorni agrigentini di lavorazione del film rimangono, quasi come testimonianze, i testi delle interviste realizzate sul set ad attori, produttori, sceneggiatori, al regista e all'anziano editore del libro. Qui di seguito, in sostanza, viene riassunto il dialogo con i protagonisti dell'opera relativo ad una Produzione cinematografica comunque non ancora completata ma già a buon punto e prossima al montaggio. Riportiamo dunque queste interviste nei loro snodi essenziali, mantenendo a volte anche l'approssimazione del discorso parlato ma anche, se si vuole, la freschezza di un confronto in progress, sempre aperto, come nei romanzi di Enzo Lauretta, ad ulteriori evoluzioni.
LORENZO ROSSO
IMMAGINI DALLE COPERTINE DEL LIBRO